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ISO rilascia il DIS della futura ISO/UNDP 53001: verso un sistema di gestione per contribuire agli SDG

ISO/UNDP 53001 DIS 2025 - Gestione SDG

Il 2 settembre 2025 l’ISO ha avviato il ballot sul Draft International Standard (DIS) della nuova ISO/UNDP 53001 “Management systems for United Nations Sustainable Development Goals (SDGs) — Requirements: la bozza è ora in fase di inchiesta pubblica e voto di 12 settimane (stadio 40.20), prima dell’eventuale passaggio al Final Draft International Standard (FDIS) e alla pubblicazione come norma internazionale. L’obiettivo: definire i requisiti di un sistema di gestione certificabile per contribuire concretamente agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG).

Questa futura norma si inserisce nella strategia ISO/UNDP per trasformare l’Agenda 2030 in pratiche organizzative concrete, integrate e misurabili. Non si tratta più solo di “allinearsi” agli SDG, ma di gestire in modo sistemico il proprio contributo, lungo tutto il ciclo decisionale.

Che cos’è questo DIS e perché conta

Nel ciclo di vita delle norme ISO, il DIS è la bozza matura su cui gli organismi nazionali votano e propongono commenti. Se approvato, il testo passa a FDIS e poi alla pubblicazione finale.

Tradotto: le organizzazioni e i professionisti possono già cominciare a comprendere l’impianto della norma ISO/UNDP 53001 e a prepararsi, pur sapendo che dettagli e requisiti potranno ancora affinarsi.

Da “principi” a “requisiti”: il ponte con PAS 53002

Il progetto ISO/UNDP 53001 è sviluppato dal comitato ISO/PC 343, lo stesso che si è occupato del documento ISO/UNDP PAS 53002, pubblicato nel 2024, contenente linee guida gratuite per qualsiasi organizzazione che voglia contribuire agli SDG attraverso pratiche sostenibili, integrate nei processi operativi. Con l’arrivo della 53001, questo documento verrà sostituito dal nuovo progetto di norma ISO/UNDP 53002, che fungerà da guida per l’implementazione del sistema di gestione ISO 53001.

Come raccontato da Oliviero Casale di UniProfessioni in un approfondimento per ASviS, applicare i principi di ISO/UNDP PAS 53002 è cruciale per portare gli SDG al centro delle decisioni. Il DIS 53001 fa un passo ulteriore: trasforma quei principi in requisiti sistemici certificabili, in linea con l’architettura tipica degli standard ISO per i sistemi di gestione (contesto, leadership, pianificazione, supporto, attività operative, valutazione delle prestazioni, miglioramento).

Il nuovo approccio si fonda sul lavoro di SDG Impact, iniziativa dell’UNDP (Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo), e sugli SDG Impact Standards, che offrono standard e strumenti per aiutare le organizzazioni ad allineare purpose, strategia, governance, trasparenza e pratiche di gestione a un contributo positivo agli SDG. L’obiettivo è massimizzare gli impatti benefici e ridurre quelli negativi, nel rispetto dei diritti umani e in coerenza con i bisogni della società e del pianeta. Gli SDG Impact Standards – già disponibili per imprese, emittenti di obbligazioni e fondi di private equity – esplicitano questo impianto e sono accompagnati da glossario e linee guida operative.

In particolare, la ISO 53001, elaborata in collaborazione con l’UNDP, è allineata agli SDG Impact Standards per le imprese e li supporta.

Cosa cambia, in pratica, per le organizzazioni

Con la ISO 53001 il “contributo agli SDG” non è più solo mappatura e reporting, ma diventerà gestione organizzativa integrata. In sintesi, ci si aspetta di vedere:

  • Strategia e materialità SDG-centrica: obiettivi di impatto legati al contesto (es. bisogni territoriali, soglie scientifiche), con trade-off gestiti in trasparenza;
  • Decisioni & governance: allineamento a purpose/strategia, ruoli e supervisione del governing body, consultazione/partecipazione degli stakeholder nelle decisioni rilevanti;
  • Catena del valore: integrazione di rischi/opportunità sociali e ambientali su approvvigionamenti, prodotti/servizi e partnership, lungo l’intera value chain (anche processi esternalizzati).
  • Trasparenza e valutazione: indicatori orientati ai risultati/impatti, evidenze di impatto, disclosure esterna, audit interno e meccanismi di reclamo inclusivi.

Questo impianto risponde all’esigenza, richiamata dalla ISO 53001, di tradurre gli SDG nelle decisioni core dell’organizzazione. Integrare gli EMS tradizionali (Environmental Management Systems, es. ISO 14001) con una gestione SDG-centrica introduce nuove pratiche e coinvolge più funzioni pertinenti, costruendo sulla base dei sistemi esistenti.

Sinergie con altri documenti di riferimento

  • IWA 48:2024 (Framework for implementing ESG principles) - principi operativi per l’implementazione ESG, utili come cornice di orientamento.
  • SDG Impact Standards dell'UNDP - glossario e guida per approcci e metriche d’impatto; includono lo standard per le imprese e quelli per altri attori (es. emittenti di obbligazioni, fondi di private equity).
  • UNDP Social & Environmental Standards (SES) - salvaguardie su diritti umani, inclusione, condizioni di lavoro, rischi ambientali, utili da integrare in procedure e due diligence.

Come prepararsi alla ISO 53001

  • 1. Studiare il DIS 53001 e mappare i gap rispetto agli obiettivi organizzativi stabiliti relativi agli impatti sugli SDG dell’ONU, considerando, in particolare, l’impatto sistemico del cambiamento climatico, la parità di genere e il lavoro dignitoso.
  • 2. Usare PAS 53002 come guida operativa (how-to) per impostare la gestione degli SDG. Il documento è disponibile gratuitamente.
  • 3. Adottare il lessico comune: l’utilizzo sistematico della terminologia della ISO/UNDP 53001, armonizzata con gli SDG Impact Standards, permette di ridurre le ambiguità sui concetti chiave e garantire confrontabilità interna ed esterna (benessere - well-being; bene comune - common good; prospettive inside-out (contributo/impatti dell’organizzazione sugli SDG) e outside-in (effetti delle questioni di sostenibilità sulla strategia); parti interessate; pertinenza e significatività; baseline; valutazione controfattuale; soglie; trade-off).
  • 4. Integrare salvaguardie UNDP nelle procedure e nei processi di due diligence (governance, diritti umani, condizioni di lavoro, biodiversità).
  • 5. Impostare metriche “di contributo” (non solo performance intra-aziendale): collegare i target ai bisogni del contesto e a soglie scientifiche; usare risorse metodologiche già disponibili (es. SDG Impact Standards, UNGC SDG Ambition, SBTi).

Perché interessa all’Italia e alla community UniProfessioni

L’uscita del DIS 53001 crea continuità con il lavoro di alfabetizzazione iniziato con PAS 53002 e apre finalmente a un percorso certificabile per integrare gli SDG nella gestione aziendale e pubblica. Questo passaggio è coerente con quanto la ricerca osserva: mettere gli SDG “al centro” trasforma comportamenti, processi e valore creato, andando oltre la sola dimensione ambientale.

È chiaro che alla base deve esserci la formazione: senza conoscenza diffusa e consapevolezza condivisa, gli SDG rischiano di restare principi astratti. La formazione - sui temi dell’Agenda 2030 e dello sviluppo sostenibile, della gestione dell’innovazione, dell’economia circolare e della finanza sostenibile, del Paradigma 5.0 – diventa invece lo strumento concreto che permette a professionisti e organizzazioni di trasformare le intenzioni in azioni misurabili e durature.

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